Immaginate di essere in una radura di erba gialla e,
sullo sfondo, alcuni spiazzi di terra rossa.
Baobab qua e là che fanno da guardiani.
Tra i Baobab una giraffa allunga il collo verso il cielo.
Nell'erba sfila veloce un leopardo. Un sogno africano.
Chiudete gli occhi per qualche attimo e poi riapriteli.
Il sogno è svanito, lasciando il posto ad una baraccopoli enorme,
fatta con plastica, pezzi di legno, carcasse d'auto,
materiali di scarto.
Un solo povero triste Baobab, sommerso dalle immondizie,
si è arreso alla crudeltà degli uomini.
In luogo dell'erba uno sterminato numero di bambini.
Bambini che hanno voglia di vivere.
Non hanno memoria del paradiso trasformato dal delirio dell'uomo nell'inferno.
Il loro paradiso è la lordura, la pungente polvere rossa africana, il fetore.
Nel loro paradiso hanno voglia di incontrarsi, di giocare, di cantare "
LumbeLumbe" grida qualcuno.
E tutti rispondono: "Lumbe!".
È un richiamo che invita a stare insieme, ad unirsi.
È la voce di chi non si è arreso come il Baobab.
È la voce della vita.